Segue uno dei dialoghi più deliranti, che abbina un interrogativo pressante (la bilancia per neonati: comprarla o no?) a considerazioni sulla sindrome di Tourette. Voi vi domanderete: come possono due argomenti tanto distanti fra loro essere inclusi in un'unica conversazione? E io vi rispondo: non possono, ma noi a suon di martellate ce li abbiamo infilati dentro a forza. Godetevela.
PS: perdonerete le volgarità e le digressioni politicamente poco corrette. Ma vi ricordo che si tratta di dialoghi in libertà fra sorelle, comprenderete che quando siete sul water nessuno può farvi degli appunti perché fate le puzzette. Anche se poi le puzzette non le registrate per poi mandarle in podcast...si, ho sbagliato esempio. Ma non me ne viene uno più calzante al momento.
G.: - Ma la bilancia la devo comprare secondo te?
A.: - Non hai nessuno che può prestartela? Se vuoi la richiedo indietro alla sorella di M., tanto lei ha i bimbi grandi, che ci si pesa più, le palle di suo marito!
G.: - Se ci ha pesato le palle di suo marito non la voglio.
A.: - Non vorrai buttare i soldi per una bilancia! Se no fai come la I.: mai pesate le bimbe, e guarda che panzerotto di figlia che ha! Così non diventi annsiolitica per il peso. Comunque puoi pesarla in qualsiasi farmacia ogni volta che vuoi, lo sai? (nota: non è vero. Qui dalle mie parti l'ho chiesto in tre farmacie, mi hanno guardata come una che va in giro con le mutande in testa e mi hanno risposto: "No.")
G.: - Chiedi, se no mi sa che ci tocca comprarla! Che spreco peró...ma non le affittano?
A.: - Il risparmio ha un prezzo! Non converrebbe affittarla, costerà sugli 80 euro massimo 100. Cmq c'è sempre quella della cucina di bilancia! (nota: voi pensate che lei scherzasse. E infatti è così. Ma mia figlia, nata poco più grande di due chili e mezzo, fino ai 4 chili abbondanti l'ho pesata sulla bilancia elettronica da cucina adagiata in un cestino di vimini che conteneva precedentemente un mazzo di radicchio di Treviso donatoci per Natale da mia suocera. Lo chiamavamo "pesarla col radicchio", per distinguere la suddetta pratica bucolica dal pesarla al consultorio, dove se sapessero ciò che facevo per risparmiare il costo di una bilancia vera mi manderebbero gli assistenti sociali.)
G.: - Senti, quindi le cinghie per auto della tua vecchia navicella non le hai più? Perché a questo punto le
compro. Mi sa che non posso farne a meno per portarla su a M. da piccina.
A.: - Veramente devo chiedere a I. se sono rimaste attaccate alla culla che le ho prestato. Al massimo la leghi con una fune...
Poverine le persone che hanno i tic!
G.: - Mah, è relativo. pensa a quei poverini che hanno il cancro, la sclerosi multipla, l'aids e l'ebola.
A.: - Eh, ma il tic ti fa pena, perchè convive fra la gente! Ne ho uno qui davanti che me lo sta attaccando...
G.: - Sai cos'è la sindrome di Tourette?
A.: - No.
G.: - http://it.m.wikipedia.org/wiki/Sindrome_di_Tourettehttp://it.m.wikipedia.org/wiki/Sindrome_di_Tourette (nota: da Wikipedia, estratto: "Si manifesta con movimenti involontari del corpo e/o facciali e con tic di tipo vocale o verbale che possono variare dalla ripetizione di una parola fino all'incoercibile pulsione a proferire espressioni o parole imbarazzanti e/o volgari; si parla in tal caso di coprolalia e coproprassia. La tipologia, la frequenza e la gravità di queste manifestazioni variano ovviamente da una persona all’altra al punto che diversi soggetti con sindrome di Tourette neppure la considerano una patologia. La sindrome sembra influenzare una propensione all'attività indagativa e alla ritmica musicale: numerosi soggetti affetti dalla sindrome sono musicisti; nella biografia di Mozart e di molti altri musicisti, come Basshunter, sono riscontrabili diversi tratti tourettici. Alcuni telefilm moderni si incentrano su personaggi che sembrano caratterizzati da questa sindrome (es. Detective Monk) a conferma di un rinnovato interesse sociale e culturale per questa sindrome."...Detective Monk? Ma cos'è???)
A.: - Ah, si avevo visto la pubblicità progresso in metrò ed ero andata a vedermi il sito. Secondo te ce l'ho?
G.: - Si. Non volevo dirtelo così ma visto che me lo chiedi...si.
A.: - Ah. Ma infondo, chi non ce l'ha.
G.: - Io non ce l'ho!
C'era una volta...
Iniziamo dalla fine: vi siete mai chieste che fine fecero le sorellastre di Cenerentola dopo che la sorella si rinchiuse nel castello con il principe? La versione più diffusa della fiaba racconta che lei le perdonò e che divennero le sue dame di compagnia, ma non è così che andarono le cose.
La fata madrina si ricordò di loro e decise di andare a punirle. Giunta al castello, le trovò mentre giocavano con le bambole, fingendo fossero loro figlie e dicendo un mucchio di stupidaggini, le stesse che dicono tutte le bambine quando giocano fra di loro alle mamme.
Quindi la fata decise di lasciarle vivere per sempre possedute da questo loop di follia, e da allora non interruppero mai più il loro dialogo senza senso.
Tentarono di diventare persone normali, che parlano del più e del meno. Si esercitarono con frasi del tipo "D'altronde è così..." o "Ah, non ci sono più le mezze stagioni!", si fecero anche una famiglia, ma non c'era verso, anzi, le cose peggiorarono con la nascita dei figli. La maledizione della fata vendicativa riempiva le loro bocche di perle di idiozia materna.
La minore, quella più bruttina col naso grosso, provò a trasferirsi lontano dalla sorella, in territori dimenticati da Dio, ma la fata l'aveva previsto, e la tecnologia non permise loro di tagliare i ponti. Così furono condannate ad essere prigioniere di questo blog, fino alla maggiore età dei loro pargoli.
La fata madrina si ricordò di loro e decise di andare a punirle. Giunta al castello, le trovò mentre giocavano con le bambole, fingendo fossero loro figlie e dicendo un mucchio di stupidaggini, le stesse che dicono tutte le bambine quando giocano fra di loro alle mamme.
Quindi la fata decise di lasciarle vivere per sempre possedute da questo loop di follia, e da allora non interruppero mai più il loro dialogo senza senso.
Tentarono di diventare persone normali, che parlano del più e del meno. Si esercitarono con frasi del tipo "D'altronde è così..." o "Ah, non ci sono più le mezze stagioni!", si fecero anche una famiglia, ma non c'era verso, anzi, le cose peggiorarono con la nascita dei figli. La maledizione della fata vendicativa riempiva le loro bocche di perle di idiozia materna.
La minore, quella più bruttina col naso grosso, provò a trasferirsi lontano dalla sorella, in territori dimenticati da Dio, ma la fata l'aveva previsto, e la tecnologia non permise loro di tagliare i ponti. Così furono condannate ad essere prigioniere di questo blog, fino alla maggiore età dei loro pargoli.
venerdì 25 maggio 2012
28/09/2011 - La bilancia e la sindrome di Tourette
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Il detective Monk è un Asperger. Per il resto massima invidia per le vostre chiacchiere tra sorelle.
RispondiElimina